Drogata di sesso..

Tempo fa avevo dato appuntamento ad un ragazzo sulla trentina in provincia di Biella. Ma, devo dire la verità, non ricordavo quasi nulla di quella notte tra capannoni industriali in disuso: non ho mai voluto fare un vero bilancio di quanti maschi o bisex ho cercato di soddisfare in tutti questi anni, evidentemente non sono ancora pronta a vivere di ricordi.
Ogni cazzo che incontro davanti al viso, ogni schizzo di crema che raggiunge le mie labbra o scende caldo sulle mie natiche accoglienti, è per me un’esperienza nuova, che può portare grande godimento fisico e mentale, così come profonde delusioni.
Insomma, quel tipo mi dà appuntamento nel parcheggio di un parco a Sud di Torino, chi sa di cosa parlo mi avrà visto talvolta intenta a qualche impresa erotica, tanto spinta quanto innocente. Anche dopo aver visto e squadrato il tipo, sorridente ed un po’ cialtrone, mi domando “ma chi è questo? boh!”. Lui invece è sicuro: “Ciao, troiona – mi dice – vuoi farti scopare forte e farti sculacciare anche stavolta? “. Beh, allora vuol dire che mi conosce bene – penso - visto che ha centrato il punto!
Alzo il portellone dell’auto, poso la pelliccia elegante ma un filo ingombrante per tutto quello che a breve faremo e comincio a sbottonare i pantaloni del ragazzo. Ah, dimentico, appoggio l’immancabile specchio ad un lato del baule, il mio godimento aumenta se mi vedo riflessa mentre qualcuno mi stantuffa il culo, mettendomi le manacce forti sui fianchi ed ansimando di lussuria; sono alquanto esibizionista o narcisista, o forse semplicemente molto puttana, fate Voi.
Il ragazzo sguaina così un bel tarello, già bello sodo e scappellato, con un profumo che da “sommelier del cazzo” potrebbe indicare l’ ultimo lavaggio a circa 10-12 ore prima: bene, mi piace il cazzo che sa di cazzo, non di bagno schiuma da max 1,5 Euro..”Succhia, troia! Dai che sai farlo bene..” – mi dice, mentre avvicina la mia testa al suo tarello.
Chiudo gli occhi mentre comincio a succhiare con decisione e direi con una certa devozione; mi passo dolcemente la mano guantata di pizzo rosso dietro le orecchie: così faccio una mossa assai femminile, libero gli orecchini vistosi e ondulanti dal giogo dei capelli, magari eccito anche il maschio che si sente così più apprezzato e coccolato. Quando il suo cazzo raggiunge dimensioni notevoli e una temperatura hot, lo sposto verso l’alto e con la punta della lingua vado a leccare le palle, accertandomi che siano belle turgide e piene di crema per tanti schizzi imperiosi…
“Voglio il tuo culo, troia! – mi dice – lo voglio sfondare!” ed ecco che in un attimo apparecchio il baule, con la grazia e le incontenibili voglie di una cameriera con crestina e reggicalze arrapante: la crema lubrificante, la borsetta con i preservativi da una parte, lo spazio per poggiare le mani in mezzo, lo specchio intrigante sulla destra, sotto la luce complice di tante scopate selvagge…
E cominciano i colpi secchi del suo cazzo contro i miei fianchi; le sue palle giovani e piene di sperma sbattono contro le mie chiappe vogliose; gli orecchini a cuoricini d’oro penzolano e dondolano allegri e pimpanti; i capelli della mia parrucca formano ciocche che muovendosi al ritmo dei colpi di cazzo mostrano e poi coprono le linee intorno agli occhi ed il luccicare residuo del lucidalabbra. Mentre gemo e bisbiglio “Sìì, mi piace, ancora..! aaahhh! Sììì..fottimi..così!” mi accorgo con la coda dell’occhio che alcuni personaggi si muovono nel buio lì intorno; a me non danno poi fastidio, mi piace essere osservata ed anche illuminata dai fari durante l’amplesso.
Il mio amico caccia un urlo soffocato e prolungato e viene copiosamente sul mio culo, dopo aver tolto il preservativo, sborrando come se non lo facesse da mesi; io sorrido contenta di aver causato cotanto godimento e mi rialzo spalmandomi la crema sul culetto, dicono che faccia così bene alla pelle.
Mi accordo che tre uomini, come tre ombre, hanno visto la scena e attendono in pochi metri il loro turno, così uno si avvicina menando fuori dai blue jeans slabbrati un cazzo già ragguardevole e mi ordina di prenderlo in bocca; io lo guardo da sotto in su con un’aria di disprezzo, come per dirgli “porco, mi vuoi avere e.. mi avrai!” ed eseguo l’odine così perentorio, che mi chiude la bocca in tutti i sensi; l’altra ombra mi accarezza le chiappe e comincia ad infilarmi due dita che roteano nel mio buco. Dopo un po’ trovo la forza di mollare il cazzo che ho in bocca e mi lamento: “non voglio le dita! Mi fai male! Voglio il ca..” ed ecco che mi arriva come un ariete un cazzo caldo ed autoritario nel culetto, ma non capisco di chi è, sento diverse mani sulle mie chiappe, il respiro di più persone infoiate; intanto il primo mi ricaccia il suo cazzo in bocca “Non lasciarlo più, puttana!”.
Stavolta non ho la forza di governare i loro impeti, di spingerli verso lo specchio; mi hanno come immobilizzata e pompano come due ossessi, uno la bocca e l’altro il culo; sento che intorno si è creato come un pubblico e non posso far altro che subire l’assalto di quei cazzi duri, che mi trattano come una loro schiava, come la loro vacca da monta, ed io d’altra parte non posso chiedere di meglio. Ad un certo punto vedo che si scambiano i ruoli ed i buchi, io come istupidita e drogata di cazzo lascio fare e mi rimetto a pecora, sento il culetto così allargato e slabbrato che potrebbe entrarci un boa.
Poi, dopo altre sborrate che mi bagnano le guance e persino le ciglia i miei ricordi si attenuano, mi pare di aver chiuso l’auto ad un certo punto e di essere stata accompagnata lentamente ai tavoli, tra gli alberi, ma quella è un’altra storia e ve la racconterò la prossima volta.